L’elisir d’amore
Melodramma giocoso
libretto di Felice Romani
musica di Gaetano Donizetti
Direttore d’Orchestra, Daniel Smith
Allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice
Regia, Filippo Crivelli
Scene, Emanuele Luzzati
Costumi, Santuzza Calì
Luci, Luciano Novelli
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro, Franco Sebastiani
___________________________
Adina, Serena Gamberoni – Benedetta Torre
Nemorino, Francesco Meli – Roberto Iuliano
Belcore, Federico Longhi – Michele Patti
Dulcamara, Roberto De Candia – Alfonso Antoniozzi
Giannetta, Marta Calcaterra
Un’opera comica e sentimentale insieme. Un melodramma giocoso (come lo definirono gli autori). Una commedia romantica (come la chiameremmo noi oggi). Nell’Elisir d’amore di Donizetti, oltre a pure maschere ereditate dalla commedia dell’arte (il soldato vanitoso e fanfarone Belcore e il dottore ciarlatano Dulcamara), ci sono infatti personaggi dotati di un cuore: Nemorino, giovane innamorato bloccato dalla timidezza, e Adina, donna consapevole della propria bellezza e del proprio fascino, ma non egocentrica né manipolatrice. Nel corso della vicenda, entrambi si metteranno in discussione e cambieranno. Cosa che alle maschere non accade, ma alle persone vere sì: Nemorino allenta i propri freni inibitori grazie a quello che crede essere un filtro d’amore (in realtà, nient’altro che una bottiglia di vino rosso), mentre Adina, alla fine, si lascia sedurre dal sentimento sincero di Nemorino, dal suo spirito di sacrificio in nome dell’amore. E scarta, saggiamente, il machismo superficiale di Belcore. Sullo sfondo di questo intreccio insieme comico e sentimentale, anche un pizzico di critica sociale: le fanciulle dell’immaginario paese dei Baschi in cui è ambientata la vicenda “perdono la testa” per l’impacciato Nemorino non grazie alla pozione magica di Dulcamara, ma perché attirate dalla fortuna economica che uno zio lascia provvidenzialmente in eredità al giovane. Il vero “filtro d’amore”, insomma, per loro è il denaro…